Sul bellissimo (e utilissimo) sito dissapore.com Francesca Romana Mezzadri si avventura nello sdoganamento della panna. In modo aggressivo, direi, visto il titolo che è questo: “La panna è il diavolo dicono i gastrofighetti: 7 piatti per convincervi a fare coming out”. E attacca l’articolo così:
“I gastrofighetti hanno certezze incrollabili. I surgelati sono un insulto. I vini a meno di 10 euro a bottiglia pipì di gatto. E la panna è il diavolo.Naturalmente, come tutti coloro che si beano della propria coerenza e intransigenza, è facile ingannarli. Basta chiamare il surgelato “abbattuto”, il vino “ottimo per rapporto qualità prezzo”. E la panna “crema di latte”.
Non ci vuole un abile traduttore dall’italiano all’italiano per decidere che in questo caso il termine gastrofighetto equivale a gastrosfigato. Un ottuso ignorantone, testardo e un po’ coglione, pronto a farsi prendere per i fondelli da una furbona come lei. Perciò, visto che critico la panna anche quando è chiamata crema di latte, mi sento chiamato in causa. E comincio con il rigettare il termine gastrofighetto perché supponente e gratuitamente offensivo.
Beninteso, la Mezzadri parla della buona panna fresca e liquida di latteria, non della perfida UHT esecrata anche da lei. Ebbene, cara Francesca Romana, sono d’accordo con te e mi complimento per il tuo coraggio nel voler difendere l’indifendibile. Ma vanno fatti dei distinguo importantissimi. Io scanchero contro la panna fin dagli anni ottanta ma solo contro quella usata come legante nella pasta, nei risotti e nelle scaloppine. Perché è una facile scorciatoia con effetti deleteri sui piatti della cucina italiana: appesantisce, pialla e arrotonda troppo i piatti fino a… appiattirli, se mi perdoni il gioco. Fino a renderli tutti mangiabili ma uguali, mediocri e pesanti. Non ho mai detto beo contro il pollo a la creme dei francesi, né contro le cozze a la creme dei belgi né contro altri piatti di cucine straniere con la panna nel DNA. Caso che non è il nostro.
Inutile, perciò, la tua difesa della burrata, del blinis e dello yogurt greco. Se avevi voglia di confessare che ti piacciono i perfidi tortellini alla panna, imperdonabili per un mezzo bolognese come me e per molti altri, che c’entriamo noi? Se ti piace mangiare male, sono fatti tuoi. O è il dover essere sempre e comunque “contro” visto che scrivi per un sito acuto e controcorrente? Ma per “essere contro” bisogna avere argomenti veri, che non siano la presunta ottusità degli altri. E anche possedendoli, si cerca di farlo senza sicumera. Senza offendere e possibilmente con grazia. Chi sa veramente le cose si comporta così. Tornando ai tortellini, complessi e aristocratici come sono, vanno d’accordo solo con il brodo perché li condisce senza interferire sul quel miracolo di equilibrio che è la loro ricetta. Tu sei libera di ammazzarli con la panna, ma sono fatti tuoi. Sdoganali a casa tua, oppure di’ che ti piacciono e punto. Senza tirare in ballo noi poveri (presunti) gastrofighetti.