Non tutto il baccalà è veramente baccalà. Chi compra il baccalà salato e confezionato al supermercato avrà notato che sull’etichetta può comparire la dicitura “brosme” o “molva”. Vuol dire che non si tratta di vero baccalà ma di un prodotto simile. Buono, per carità, ma di minore pregio gastronomico e quindi meno costoso.
E’ bene sapere che la denominazione “baccalà” è riservata al merluzzo salato e stagionato, per essere più precisi al Gadus Morhua e al Gadus Macrocephalus.
Per il consumatore è difficile distinguere a occhio un tipo di filetto dall’altro. Non ha problemi se l’acquista etichettato al supermercato, dove però deve pretendere un prezzo più contenuto per il brosme il molva. Una buona etichetta, come quella della foto, oltre agli ingredienti, alla data di confezionamento e di scadenza, riporta il nome scientifico del pesce (in questo caso il Gadhus Morhua) riporta anche la zona di cattura Fao. In questo caso è la n°27, corrispondente all’Atlantico nord-orientale.
E se il baccalà lo compriamo sfuso al mercatino o dal pescivendolo? Allora dobbiamo fidarci del rivenditore.