“Mi piace cucinare, ma non solo per me”. Troppo spesso sento ripetere questa frase e sempre provo un forte rammarico. Tra persone separate, divorziate, vedove, anziane, cuori solitari e studenti fuori sede, quelli che si nutrono in solitudine sono tantissimi e spesso vivono in condizioni psicologiche ed esistenziali svantaggiate.
Non cucinare significa alimentarsi soprattutto o esclusivamente con salumi, formaggi, scatolette, pane in eccesso, cibi pronti e junk food di vario genere.
Sono pasti monotoni, freddi, ipercalorici, sbilanciati, per niente consolatori e deprimenti dal punto di vista gastronomico. Se sei un persona sola, probabilmente hai delle difficoltà in più. Almeno cucina per te. Anch’io sono da solo e cucino per me quegli stessi piatti che poi fotografo e pubblico con la ricetta. La motivazione principale, però, non è la pubblicazione. È il mio nutrimento che desidero sia piacevole e accurato anche se sono da solo. Se poi ci sono anche altri, meglio ancora.