Il titolo è ambizioso come la sua autrice Ada Boni: il Talismano della felicità promette ricette capaci di garantire nientemeno che la Felicità! Naturalmente quella familiare, procurata dalle abili mani di giovani spose finalmente in possesso della formula magica per rendere felici i loro mariti, la famiglia, gli ospiti. Tempi lontani per fortuna, si dirà, con una immagine di donna reginetta della cucina, angelo domestico rinchiuso in una gabbia d’oro tenuta alla perfezione e dove si mangia da dio. Verissimo! per fortuna quei tempi sono passati. Ma è rimasto un grande libro di cucina, vero e proprio manifesto della cucina borghese italiana con un grande valore storico pari a quello gastronomico. Ancora attuale dunque. Con la differenza che non è più diretto a giovani spose casalinghe ma anche a donne capitane d’azienda o di petroliere e cucinieri maschi.
La prima edizione fu pubblicata nel 1929 e aveva seicento pagine. Lei poi la ampliò e la corresse gradualmente fino alle oltre mille pagine dell’ultima versione. Un esempio di correzione modificata nel tempo è la sostituzione della frase “fate portare in tavola” con “portate a tavola”. La cucina di Ada Boni è un’espressione diretta della scuola di cucina che aveva aperto nel 1915 a Roma e che era frequentata dalle signore bene e da fanciulle di buona famiglia. L’impronta didattica si riscontra anche nei frequenti appunti di galateo, dove, fra l’altro, raccomanda che la padrona di casa ceda il suo posto a capotavola solo se è presente un principe della Casa (regnante) o della Chiesa (Cardinale). Molto piena di sé e aggressiva con i colleghi, Ada arrivò a definire Artusi “Nume custode di tutte le famiglie dove non si sa cucinare”. Io, come tanti, ho usato parecchio il suo volume, rintracciando però molti spunti di perplessità nella cucina regionale… Vedi la presenza di uova di tonno affumicate nella caponata, la cipolla nella carbonara e altre libere interpretazioni sul genere. C’è però da dire che oggi sarebbero però considerate variazioni creative di ricette tradizionali. Rimane dunque un manuale valido che consiglio di tenere sul vostro scaffale dei libri di cucina.
di Martino Ragusa