Aglio o non aglio? Spaghetti o bucatini? Carlo Cracco precipita dentro l’amatriciana come in una sabbia mobile e per il popolo dei foodies nasce un caso nazionale che merita la ricerca di una spiegazione.
Una potrebbe essere che Carlo Cracco è ormai in sella a un cavallo imbizzarrito che gli ha preso la mano: il suo personaggio.
Insomma, ci sono due Cracchi. C’è lo lo chef (bravo) e c’è il personaggio tv (odioso) che purtroppo si sta inghiottendo il primo, con l’aggravante che lo chef è vero e il personaggio è finto.
Gli autori possono ordinare finché vogliono a Cracco di recitare la parte dell’odioso ma non possono ordinargli (come fanno) di avere un’appropriata cultura gastronomica perché quella non può improvvisarla. Ha studiato da cuoco, sui fornelli e non sui libri. Non è che una cosa sia meglio dell’altra, sono due cose diverse che ogni tanto vanno anche insieme ma non è il suo caso. E’ chiaro che non ha studiato a fondo la storia dell’alimentazione, le identità delle cucine regionali, eccetera eccetera.
Con l’amatriciana dello scandalo, ha dimostrato di non essere gastronomo. Di avere di questo importante piatto del centro Italia, lui che è del nord, una conoscenza generica, orecchiante, frutto del sentito dire e non di studio. Tutto qui.